Di recente si sente sempre più spesso parlare di microbiota cutaneo nell’ambito della cosmesi professionale.
Se nel tuo centro utilizzi già prodotti d’avanguardia, certamente avrai già avuto modo di conoscere l’argomento, ma ci tengo in ogni caso ad affrontare insieme questo ambito tanto importante per la tua professione.
Partiamo dalla terminologia corretta e vediamone il significato.
Molto spesso si è soliti utilizzare due termini come se fossero dei sinonimi, ma che in realtà hanno un significato distinto: microbioma e microbiota.
Leggiamone le definizioni per capire questa distinzione:
MICROBIOMA
“Il microbioma è l’insieme del patrimonio genetico e delle interazioni ambientali della totalità dei microrganismi di un ambiente definito. Un ambiente definito potrebbe essere un intero organismo (per esempio, un essere umano) o parti di esso (per esempio, l’intestino o la cute).”
[fonte Wikipedia]
Parlando di pelle, nel nostro caso si tratta quindi delle caratteristiche genetiche che ogni pelle possiede nella sua unicità.
MICROBIOTA
Il microbiota umano (informalmente detto flora intestinale) è l’insieme di microorganismi che convivono con l’organismo umano senza danneggiarlo.
[fonte Wikipedia]
In altre parole, il nostro corpo è “abitato” da varie popolazione microbiche che prendono il nome di “microbioti” e ovviamente, il nostro interesse prioritario ricade su uno di essi, il microbiota cutaneo, che negli ultimi anni è stato oggetto di grandi studi e ricerche. Questo per le funzioni importantissime che ricopre sulla nostra pelle.
Il microbiota cutaneo, infatti, svolge un’importante azione protettiva della pelle: una vera barriera fisica che evita l’invasione di microrganismi esterni potenzialmente dannosi.
Ma non solo!
Stimola anche l’attività della funzione barriera grazie al degradamento dei lipidi della superficie cutanea (protezione del film idrolipidico) e protegge dall’effetto di immunosopppressione creato dai raggi UV sulla nostra pelle.
Insomma, un patrimonio di “popolazione microbiche buone” da difendere e mantenere inalterate per la salute della nostra pelle!
La sua alterazione può portare infatti a diversi problemi quali: irritazioni, allergie, dermatiti…e altri disordini che sono spesso riconducibili all’alterazione del microbiota cutaneo.
E’ di fondamentale importanza spiegare alle clienti del tuo centro proprio questo concetto, sensibilizzarle sull’argomento e fare in modo che anche a casa decidano seriamente di prendersi cura della loro pelle, dando sostegno al microbiota senza danneggiarlo con comportamenti poco salutari (lo stile di vita è sempre al primo posto!) e con prodotti inadeguati!
Dall’analisi di questi studi che abbiamo sicuramente semplificato, è nata una cosmesi volta appunto alla PROTEZIONE del microbiota cutaneo.
Quali sono gli attivi che svolgono questa funzione?
A livello nutrizionale avrai senz’altro sentito parlare di probiotici. Ma andiamo per step.
Il termine “Biotico” deriva dal greco “biotikos” che significa “relativo alla vita”. Quando si parla di Probiotico (pro-bios = a favore della vita) si fa riferimento alla definizione che segue:
PROBIOTICI
Vengono definiti probiotici tutti i ceppi di microrganismi che ingeriti migliorano il bilancio (eubiosi) del microbiota umano, danno benefici e contribuiscono al benessere dell’organismo.
[fonte Wikipedia]
A livello nutrizionale si fa quindi riferimento a microrganismi vivi che riescono a resistere al pH gastrico e agli enzimi digestivi restando quindi vivi fino all’intestino.
E i PREBIOTICI?
Si definisce prebiotico, da non confondere con il probiotico, ogni sostanza che, presente nel cibo, non viene assorbita dall’organismo, ma è utilizzata dalla flora intestinale.”
[fonte Wikipedia]
Mentre i primi sono organismi viventi, si potrebbe dire che i secondi sono il “cibo” per i batteri che compongono il microbiota.
E quindi nella cosmesi??
Si potrebbe semplificare in modo assoluto dicendo che l’attenzione all’importanza del microbiota cutaneo ha portato i laboratori cosmetici ad inserire nelle formule attivi mirati alla protezione e al mantenimento dello stesso.
Eppure è facile sentir parlare della presenza di attivi pre e post biotici nei cosmetici.
Cosa c’è di vero? O meglio di che cosa si sta parlando esattamente?
Per quanto riguarda i post biotici si intravede il primo problema significativo: possono esistere microrganismi vivi all’interno di un’emulsione?
La risposta è no.
Quanto si parla di attivi probiotici si fa riferimento quindi ad estratti dalla fermentazione di lactobacilli: lactobacillus ferment tra i più noti, ma anche l’estratto di fermento Pseudoalteromonas per citarne un altro con una derivazione diversa.
Diverso e più semplice è il discorso quindi dei prebiotici, che come abbiamo detto, devono essere il “nutrimento” dei microrganismi buoni presenti sulla nostra pelle. Qui non c’è il limite della “vitalità “o meno dell’attivo: si tratta quindi di attivi per lo più di derivazione vegetale (zuccheri delle piante, estratti di cicoria e topinambur e così via).
Ciò che conta è che l’obiettivo di questo gruppo di attivi ha lo scopo di proteggerci: proteggere la nostra pelle da tanti aspetti nocivi che la possono in qualche danneggiare.
Non a caso la protezione del microbiota è entrata in diverse formule cosmetiche: nell’anti-aging, nella detersione, nelle formule lenitive, nei prodotti contro le impurità e così via.
L’argomento è sicuramente interessante e complesso e gli studi nella cosmesi sono solo all’inizio. La cosmesi avrà sicuramente ulteriori sviluppi in questo ambito.
Ora che siamo a conoscenza del microbiota della nostra pelle, come fare ad ignorarne l’importanza?
Come fare a non prendercene cura ora che sappiamo la sua importante funzionalità?
Partiamo sempre dallo stile di vita! E poi facciamoci consigliare i prodotti giusti!
Take care of you,
Gabriela
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